Vietato correre: il calcio che cammina.
Che cosa hanno in comune l’ex nazionale inglese Alan Shearer e Mattia Martinello, 19 anni, padovano, vari giorni di coma e poi tanta riabilitazione per una brutta caduta? Il walking football, che si gioca 6 contro 6 su un campo di calcio a 5, in cui è vietato correre e alzare la palla più di un metro e mezzo. Se l’ex centravanti del Newscastle, campione del mondo 1966, ha partecipato ad una partita benefica per promuovere ancora di più il calcio camminato (nel Regno Unito si contano circa 400’squadre e diversi tornei ufficiali), Matti è stato, nel dicembre scorso, al centro Vasco de Gama a Bologna, l’unico protagonista underground 50 del primo evento amichevole italiano. Francesco Costanzoni, Uisp Bologna, promotore della prima partita italiana di calcio camminato, racconta che i partecipanti intervenuti, per come si stavano divertendo, avrebbero voluto giocare ben oltre i 30 minuti della singola partita.
Ideato proprio dai britannici nel 2011 per dare l’opportunità a chi per questioni di salute o età avrebbe difficoltà a giocare, il walking football è supportato anche dallo studio di Peter Reddy, professore dell’Aston University di Birmingham, le cui ricerche hanno stabilito che il calcio camminato può essere efficace nei casi di lieve o moderata ipertensione è che l’elevata attività aerobica a esso connessa produce notevoli miglioramenti nell’ossidazione dei grassi e nella potenza aerobica (fonte: articolo su SportWeek). Insomma un vero toccasana, sano e divertente. Non è ancora ai livelli di fama del fratello maggiore ma sicuramente anche il calcio camminato merita ribalta e comunicazione per la sua natura estremamente non convenzionale.